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Cos’è Clubhouse? Come funziona il social del momento?

Se pensiamo ad un social network, pensiamo a testi (Twitter), foto e GIF (Instagram, Pinterest), video (Facebook, YouTube, TikTok,…).
L’audio è sempre stato importante ma è sempre stato secondario, perché associato ad un video. L’audio non è mai stato il vero protagonista! Non prima di Clubhouse, ovviamente.

Già, Clubhouse è un social basato completamente sulla voce: si interagisce solamente con gli audio! Un incrocio tra una chiacchierata sulle vecchie radio CB ed una mega ospitata in radio, prima della nuova canzone. Ma tutti ne parlano!

O meglio, non proprio tutti, possono parlare solo i possessori di iPhone, perché per il momento è disponibile solo su sistema iOS (iPad inclusi) e non su Android. Chi vivrà, vedrà.

E ne parlano in tanti perché questo nuovo social network è accessibile solo su invito, ma basta un amico iscritto che potrete rimediare un accesso abbastanza facilmente. 

Come funziona Clubhouse?

All’interno di questo social ci sono tantissime “stanze” dove due o più persone parlano di un argomento specifico. E’ possibile “entrare” in questa stanza, semplicemente ascoltare gli altri partecipanti che parlano oppure, alzando virtualmente la mano, si può venire accettati ed inclusi in questa mega chiacchierata.

Naturalmente è possibile anche aprire una propria stanza, decidere un argomento e buttarsi in pista. Di fatto, sembra una sorta di podcast interattivo, perché si può ascoltare ma si può anche essere attivi, solo voci, niente videochiamate o foto.

Ogni stanza (a dire il vero, ROOM) ha almeno un moderatore che inizialmente è la stessa persona che l’ha creata e che, naturalmente, ha la possibilità di nominarne altri.
I moderatori hanno anche il privilegio di gestire la room, accettando di far parlare chi vuole intervenire.

Sul sito ufficiale, l’app viene etichettata come “un nuovo tipo di social basato sulla voce che consente alle persone di tutto il mondo di parlare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo” ed effettivamente è così.

Come ci si iscrive a Clubhouse?

Come dicevo sopra, per ora l’app è disponibile solo sullo Store di iOS. Una volta scaricata l’app ci si deve iscrivere con il proprio numero di cellulare, nome e cognome e poi si aspetta di essere “accettati”. Nel giro di qualche giorno, uno dei vostri “contatti” riuscirà ad evadere la vostra richiesta.

Altrimenti chi è già iscritto ha la possibilità di invitare 2 persone, di fatto continuando a creare questa sorta di hype che sfrutta molto bene il marketing dell’esclusività.

Quando ci si iscrive, Clubhouse ci invita a specificare una serie di argomenti a cui si è interessati, lingua compresa. Manca l’italiano, per il momento, ma le stanze in lingua italiana sono tantissime.

E perché Clubhouse è solo su invito?

I creatori di Clubhouse ci dicono: “Stiamo costruendo Clubhouse per tutti e stiamo lavorando per renderlo disponibile al mondo il più rapidamente possibile. Non intendeva essere esclusivo”.

Ma chissà, secondo me dietro a quella volontà di voler costruire una community in modo lento ed organizzato, c’è una strategia ed anche buona!
Un po’ come la fila fuori dal ristorante o dalla discoteca.
screenshot-cercasi-invito-clubhouse

 

La storia di Clubhouse

Il social nasce lo scorso aprile, in piena pandemia, grazie alla startup Alpha Exploration della Bay Area di San Francisco guidata da Paul Davison e Rohan Seth.

L’ingresso di alcune celebrità americane (tipo Drake ed Oprah Winfrey) inizialmente ha dato una bella spinta. Le ultime vicende relative a Trump e la chiusura di altri social come Parler, hanno dato un’ulteriore boccata d’ossigeno a questo social.

Pensa che nella settimana dal 18 al 24 gennaio, nelle stanze di Clubhouse sono state registrate oltre due milioni di utenti.

Meteora o nuovo format?

Lo scopriremo presto. Per ora è ancora una novità, ho visto veramente tante persone passare tante ore sopra questa piattaforma che però non permette il multitasking. Se penso alla vita di tutti i giorni, capita anche a te, durante una telefonata di sfogliare il feed di Instagram o di Facebook, anche con un po’ di superficialità?
Non è così semplice fare la stessa cosa con Clubhouse, dove è importante prestare attenzione ai dialoghi, sempre se si vuole intervenire.

Un grosso pregio di Clubhouse, invece, è che mette tutti sullo stesso livello, almeno all’inizio. Non ci sono i pregiudizi iniziali legati all’aspetto o all’immagine.
Per assurdo, qualche sera fa sono entrato in una stanza dove si parlava del Festival di Sanremo e si poteva tranquillamente chiacchierare con Frankie Hi Nrg, Filippo Graziani o Luca de Gennaro.

E la privacy di Clubhouse?

Lo so, ci stavate già pensando! Tutte queste comunicazioni audio, vengono salvate? Siamo spiati? Ci sono bambini?

Innanzitutto, per potersi iscrivere su questo social bisogna avere almeno 18 anni. O meglio, bisogna dichiarare di averli, visto che non ci sono strumenti di verifica.
Non c’è la possibilità di segnalare una stanza sulla quale si parla di argomenti illegali, ma c’è la possibilità di segnalare un singolo utente.

Gli audio delle varie room vengono registrati temporaneamente e, se non ci sono segnalazioni verso gli utenti presenti in quella stanza, la registrazione viene cancellata automaticamente dopo la chiusura della room. Ad ogni modo, tutte le registrazioni sono criptate anche se non ho trovato traccia su quale metodo venga usato.

Diciamo che sulla privacy, devono lavorarci ancora un po’.
Ci sono già critiche e polemiche per quanto riguarda i contenuti; pare che il sistemi di monitoraggio sui contenuti offensivi non sia così preciso. Aspettiamoci maggiori poteri per i moderatori, ma non basta.

Come finirà Clubhouse?

Beh, nessuno lo sa. Arriveranno sistemi di monetizzazione? Probabilmente si.
Si riuscirà a lavorare per il brand? O arriverà uno squalo pronto a mangiare il pesciolino, divorandolo o semplicemente copiandolo? In fin dei conti non è una tecnologia così complicata e non è neppure un sistema così innovativo, già su Telegram è possibile fare qualcosa di simile e forse Discord è la piattaforma che più gli somiglia.

I moderatori avranno un ruolo fondamentale, secondo me Clubhouse non deve rischiare di togliere le persone al centro di tutto e se riuscirà a crescere prima di essere cannibalizzato (o copiato), magari potrà ritagliarsi una sua fetta in questo mare magnum che si chiama Internet.

Per ora continuiamo a studiare questo social e se vi serve un invito, fatemi sapere!

Ah, ovviamente mi trovate su Clubhouse: @alexwhites