Da quando mi occupo di social network mi sono sentita dire tantissime volte “vorrei una comunicazione così” oppure “facciamo dei post come questi” seguiti da un’immagine di Ceres o Taffo. L’ultima volta un mese fa, circa. Era il periodo in cui chiunque, sui social, ironizzava sulla “banana di Cattelan”, attaccata al muro con del nastro adesivo. Un cliente, un politico, ci inviò l’immagine che un candidato alle elezioni Regionali dell’Emilia Romagna aveva pubblicato sulla propria pagina Facebook, che mostrava una tessera elettorale attaccata al muro con il classico nastro adesivo grigio. Ora, tralasciando che l’idea dell’oggetto, qualunque oggetto, attaccato al muro invadeva la bacheca di chiunque, quale sarebbe “l’idea” di un post come questo? Ma soprattutto: è efficace un post come questo ai fini di una strategia di comunicazione? Cosa può portare oltre ad una manciata i like, sempre che li porti?
Il real time marketing, o instant marketing come viene anche chiamato, funziona per tutti? Oggi ti spiegherò il mio punto di vista in merito.
Ah, per i curiosi: quel post non è mai stato realizzato.
Cos’è il real time marketing
L’instant marketing, o real time marketing, è la definizione che viene data a quel modo di fare comunicazione in tempo reale sul “tema del giorno”. I post di real time servono per farsi notare e ottenere il massimo delle interazioni su un tema caldo, un determinato fatto appena accaduto o su una ricorrenza e di farci dell’ironia. Spesso si tende a fare post anche su temi che non hanno molto a che fare con il mondo del brand, ed esulano dal suo posizionamento. Perché si fa? Per avere visibilità, principalmente. Ma affinché questo succeda, l’idea che sta alla base del post deve essere geniale, formidabile, e non uguale a tante altre. Inoltre, sono una romantica lo so, sono ancora convinta che fare marketing sia molto più che “mettere qualche post su Facebook”. Attenzione: se pensavi fosse solo questo, ti consiglio di leggere qui.
Chi fa il mio lavoro sa che i numeri che contano non sono solo i like o le visualizzazioni. Con quelli, come direbbero i nonni, “non ci paghi le bollette” . Quello che conta sono l’idea di brand che si vuole comunicare e gli obiettivi che una strategia riesce a raggiungere nel tempo.
Perché quello che funziona per Taffo non funziona per te
Taffo è un’azienda di pompe funebri. Visto l’argomento difficile, la problematica più importante per questa azienda era riuscire ad attirare l’attenzione e far parlare di sé fuori dai normali luoghi comuni. Semplificando molto: il concetto che sta alla base della strategia di comunicazione (non uso questa parola a caso) di Taffo è che tristezza e paura della morte possono essere spazzate via da una risata. Naturalmente il tema del lutto sarà sempre delicato, per chiunque. Taffo però è riuscito a esorcizzarlo. Ma andiamo oltre: prova a leggere i commenti sotto ai post e scoprirai che non c’entrano niente con i loro servizi. Si tratta di comunicazione infatti, non di marketing. L’esigenza principale di Taffo era stabilire un contatto, aprire un dialogo, con le persone.
Cosa ha generato questa strategia? Popolarità, indubbiamente. Ma, secondo te, Taffo vende di più? È diventata un’azienda conosciuta e ha fatto molto parlare di sé, e personalmente credo il loro obiettivo fosse proprio questo: acquisire un’immagine diversa. Se anche tu hai questo obiettivo puoi pensare di raggiungerlo in questo modo. Ma se l’obiettivo che ti sei posto fosse invece vendere o far conoscere i tuoi prodotti a chi ancora non sa chi sei? In questo senso l’instant marketing non è la strategia migliore. È perfetta per intrattenere, ma non per raccontare un servizio. In un piano editoriale va benissimo inserire contenuti leggeri o ironici, come questi, ma non possono essere gli unici contenuti pubblicati. La vendita deve seguire una strategia diversa, basata maggiormente sui contenuti. Il “problema” di una strategia come quella di Taffo è di essere presenti sui social per fare il pieno di like, scegliendo la chiave dell’intrattenimento, ma questo non basta per la maggior parte delle aziende.
Perché non funziona (in generale)
Il rischio, bello grosso, dell’instant marketing, è di dimenticarsi l’aspetto più importante: i contenuti. Ogni brand, che sia un azienda o un professionista impegnato nel proprio lavoro, ha un messaggio da mandare al proprio pubblico. Per farlo, per raggiungerlo più facilmente, vengono utilizzati i social.
Altra problematica è che, se nel caso di Taffo la strada del real time marketing è stata quella più giusta da seguire in un determinato momento, assecondarla in modo così esclusivo difficilmente funziona a lungo, nel tempo. Per Taffo, come per chiunque altro.
Ti faccio una domanda: vuoi far ridere o vuoi vendere?
È sbagliato, secondo la mia esperienza, pensare che se un’azione di marketing ha fatto ridere o emozionare qualcuno, quel qualcuno verrà da te “perché sei simpatico”. Il criterio di scelta di una persona che dovrà spendere i propri soldi in un prodotto o servizio sarà sempre lo stesso: la professionalità. Ovvero: sei capace a fare il tuo lavoro? Quanta esperienza hai? Sei in grado di propormi una soluzione adeguata alle mie problematiche? Vale, come sempre, la regola: quello che va bene per qualcuno non va bene automaticamente per te. Occorre fare un lavoro personalizzato, limitarsi a “scopiazzare” quello che viene fatto in giro non è la via giusta. Una buona strategia deve spiegare al cliente perché dovrebbe rivolgersi a te, anziché ad altri concorrenti.
Il rischio, in un lavoro di instant marketing così “spinto” come quello di Taffo o di Ceres, solo per citarne due molto conosciuti, è che diventi più forte del brand stesso. E non credo che questo sia lo scenario migliore per un’azienda che vende prodotti o servizi. Molto meglio affidarsi a dei professionisti che possano elaborare insieme a te una strategia mirata e costruita su misura per le tue esigenze di business, concreta e coerente.
E tu, cosa ne pensi?