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come puoi capire se il tuo brand ha bisogno di rimettersi in forma

Con l’arrivo della primavera si riaccende la voglia di rimettersi in forma. Succede alle persone e ancora di più succede alle attività che si lasciano invogliare dal cambio di stagione e cercano nuove strade per acquisire nuovi clienti o rinforzare il rapporto con i loro clienti storici. Ma prima di pensare a cosa cambiare e come cambiarlo è importante osservare la base da cui si inizierà, la famosa brand awarness (consapevolezza del brand).

Tutti sanno quanto è importante lavorare sul brand, ben pochi hanno idea di dove raccogliere le informazioni per riuscire a farsi un’idea e quali domande porsi per trovare gli stimoli a fare qualcosa.

Provo quindi ad offrirvi la mia base, quella che uso ogni giorno, ricordandovi che non esiste una soluzione e una metodologia unica e che va bene per tutti.

Tecniche “teoriche” per verificare lo stato di forma del tuo brand

Tecnica dell’aiuto o senza aiuto: si tratta di un test di stampo americano che serve per capire se le persone ricordano o non ricordano il tuo nome all’interno di un determinato mercato. Ad esempio, in uno studio potresti chiedere ad un campione di riferimento sui produttori di pasta “quali marche ti vengono in mente?”. Mentre troverai elencati i vari Barilla, Voiello, ecc. inizierai subito a renderti conto quali sono i brand con maggior consistenza. Lo stesso vale anche con i mercati più piccoli: prova a fare lo stesso test con gli hotel della stessa categoria (o con le stesse caratteristiche) della tua zona. Se il tuo nome non esce mai è un segnale che c’è ancora molto da fare a livello di brand e per capirlo chiedi agli stessi intervistati se hanno sentito parlare del tuo brand e se sì cosa ne pensano. In quei feedback avrai trovato la base da cui partire con il lavoro.

Mappatura delle percezioni: è una tecnica che si concentra sull’identificazione di quali aspetti di un determinato marchio sono fondamentali per i clienti. Nell’esempio della pasta potremmo capire che il mercato di riferimento considera maggiormente il prezzo, le materie prime e il packaging. Una volta individuati gli elementi base dettati dal mercato devi cercare di capire come ti muovi rispetto a questi elementi. In questo modo potrai capire rapidamente se i consumatori hanno gli elementi giusti per amare il tuo marchio e individuare i competitor principali.

Utilizzate queste due tecniche devi associare dei dati concreti che ti permettano di capire se il lavoro che hai fatto per cercare di creare consapevolezza di brand ha portato risultati fino a questo momento. E quindi cosa puoi fare?

Ascolta i social network

Ascoltare i social è capire cosa dicono le persone quando si parla del tuo brand oppure capire quando ti chiamano in causa. Quello che puoi fare è verificare quando viene menzionato (attraverso strumenti come Goole Alert o Mention, ad esempio) oppure capire quante volte le persone tendono a condividerne le attività e i contenuti (e in questo senso ti vengono comodi strumenti come Sharedcount  e Sociograph che ha in più la caratteristica di tradurre questi dati in comodi grafici facili da interpretare).

E poi leggi. Leggi cosa le persone dicono, come parlano, su cosa discutono: è brand awarness senza filtri e vale più di tantissimi dati raccolti coi tool.

Usa Google Analytics e la Search Console

Analytics (e di riflesso la Search Console) è importante poiché determina le fonti di traffico per il tuo sito e indica per ogni sorgente quanto il pubblico è effettivamente coinvolto. Questo tipo di informazioni sono la cartina di tornasole rispetto alle diverse attività inerenti al brand che ogni attività compie sui diversi ambienti online.

sorgenti analytics brand awarness

E in situazioni come questa, in cui la ricerca organica è lo strumento di riferimento insieme alle visite dirette, possiamo avvalerci della Search Console per vedere quanto il brand incide in queste ricerche su Google.

search console brand

Come puoi osservare in questo grafico il nome del nostro brand è essenziale anche per le ricerche su Google. Altrettanto interessante è osservare come qualcuno di noi (Alex Bianchi) determini ulteriori visite per un effetto che fa capo al personal branding e all’importanza delle persone nella consapevolezza di un brand.

Leggi le recensioni, ascolta le persone

Oggi, tutte le aziende devono monitorare siti di recensioni come Yelp, Google o Facebook perché è lì che i clienti si recano per ottenere informazioni su di loro e per offrire la propria esperienza. Non fare l’errore di considerarle come dei fastidi o come opinioni poco autorevoli (o fraudolente). La maggior parte delle persone utilizza con consapevolezza e costanza questi strumenti.

Leggendo con attenzione e razionalità i contributi degli utenti su questi siti, sarai in grado di valutare come viene percepita la tua attività dai clienti che l’hanno utilizzata e ottenendo interessanti feedback per migliorare il tuo prodotto/servizio e tutti gli elementi che concorrono a creare il tuo brand.

Prediligi la qualità alla quantità

Per concludere è importante che tu capisca che non importa il numero di recensioni che raccogli o il numero totale di fan su Facebook. Le metriche numeriche devono essere solo un supporto costante che ti aiuti a creare dei momenti fissi in cui valutare i miglioramenti (o peggioramenti) delle tue attività di branding.

Per il resto devi affidarti tanto alla qualità del singolo spunto, del singolo feedback, della singola analisi: è nell’eccezione che spesso si trova la chiave per svoltare un brand, fissandolo per sempre nella testa delle persone (che sono i tuoi prossimi clienti).