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16.09.2015
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Conoscete la collana di libri Web Book? Forse non direttamente ma vi sarete senz’altro fermati almeno una volta davanti ad uno di quei libri dal titolo così interessante e dal colore così attraente. Anche noi ne siamo rimasti colpiti, abbiamo deciso di fare qualche domanda alla mente del progetto, con tanto di sorpresina finale.

Eccovi una nuova “Intervista Retorica” da leggere fino alla fine, con noi Enrico Flaccovio.

Ciao Enrico, grazie per lo spazio che ci stai concedendo. Raccontaci un po’ di voi, della vostra storia e di questa “voglia matta” di investire su manuali di web marketing specifici.

Ciao Alex, grazie a te, in realtà lo spazio è tuo ed è anche fico e io mi sto facendo ospitare con vero piacere! Hai detto “matta” e ti confermo che è una follia più sul piano psicofisico che per altro: gli autori di Web Book sono per lo più tori scatenati e nelle loro vene scorre lava ardente, sono vulcanici. In breve, io sono uno user, nel mio piccolo sono un social coso anche io. Nel 2008 sono entrato in Dario Flaccovio Editore, nel 2010 mi sono ritrovato il marketing in mano, in una situazione disastrosa: mailing list di utenti non profilati, invio di newsletter a profusione con programmi improponibili, annunci AdWords senza conversione, sito psichedelico ricco, ricchissimo di funzioni assolutamente inutili e il carrello più contorto della storia. Ho studiato molto la realtà digitale, sul piano pratico, ho assunto un web master molto in gamba, Carlo Compagno, e ho scoperto che una nostra editor interna, Marilisa Dones, era grande amante e conoscitrice del Web. Ero in ottima compagnia, non ero solo, e adesso s’è aggiunta anche Floriana Giambarresi come Content Manager, una delle persone più nerd e determinate che abbia mai conosciuto. Ho aperto un blog quando, fino a poco prima, non sapevo la differenza tra blog e sito, in tale occasione alla Nascar di Napoli ho conosciuto il mitico Kawakumi, Davide Basile, che mi ha iniziato al Social Media Management, con pochissime battute mi ha dato tutte le dritte necessarie per fare i primi giusti passi. Scoprii che la casa editrice aveva un profilo Facebook abbandonato con 2.300 “amici”: so che è sbagliato (Veronica Gentili mi truciderà!) ma ho convertito il profilo in Pagina e ho iniziato a lavorarci con risultati “sociali” incredibili. Oggi quella pagina è la mia soddisfazione: ho minimo il 10-15% di reach e il social care viaggia come un treno. Ho letto un po’ di libri per migliorare e li ho trovati sempre poco pratici, accademici. Sapere dal sapore insipido. L’unico che mi ha cambiato molto è Social Media Roi di Blanchard. Ma ho trovato più utile seguire siti come Web in Fermento, My Social Web, Web House e molti altri. Tutta la mia storia per dirti questo: pubblico libri e, se fai 2+2, ti rendi conto tu stesso che non ho avuto alternative. Avevo la cultura giusta ed ero al tempo stesso target: sapevo come scegliere. Il momento era maturo e mi sono lanciato. I numeri non sono stellari e non ho mai voluto conquistare galassie. L’editoria tecnica arriva solo a un pubblico raffinato e umanista. Non ho scelto di pubblicare libri di Web Marketing con lo scopo di fare business. La mozione è stata un’emozione, un sentimento.

Una collana dedicata al web marketing per colmare lacune informative sul settore, cercando un pubblico vario e interessato (ognuno a suo modo) agli argomenti trattati. Il rischio non è di essere troppo generici per gli addetti ai lavori e troppo specifici per i meno esperti?

La scenetta è questa: un cliente dialoga con un marketer ma non capisce bene una serie di cose, così il marketer gli suggerisce di leggere un libro. Dopo una settimana i due lavorano felici e contenti. Un altro marketer è molto bravo, il più abile, ma non sa spiegarsi: grazie al libro può trovare un metodo, una tabella, un esempio che possa rendergli più facile l’esposizione di un determinato servizio e potrebbe finalmente o essere più convincente con i clienti o partecipare a eventi come speaker. Un libro eccezionale secondo me è “Mamma posso spiegarti: lavoro nel web” è un libro che tutti dovrebbero leggere, dai liceali ai markettari più avanzati, perché dà una visione limpida del mondo del Web. Comunque in generale non mi spavento di essere troppo generico o troppo specifico perché, ripeto, la mia non è un’editoria massiva. Se vuoi soddisfare pochi devi accettare di non soddisfare molti, fa parte del gioco.

In un periodo di flessione importante per il mercato editoriale scegliete comunque di puntare sulla carta, facendo leva su copertine dal design accattivante e colori attraenti, strizzando comunque l’occhio al mercato digitale con libri disponibili su più piattaforme. Estetica quindi per i tradizionalisti e disponibilità ampia per i digitalizzati, è questa la strada?

La verità è che il mercato dell’eBook in Italia è partito poco e male, i grandi editori hanno violentato il libro digitale in modo vergognoso usandolo come plus, deprezzandolo. Il flop passato inosservato dell’eBook “Supersantos” di Saviano, uscito solo in digitale a 1 euro, è la testimonianza di quanto dico. Non ti fidare delle statistiche diffuse dalla stampa. Gli eBook nei migliori casi vendono il 10% rispetto al cartaceo. Nell’editoria tecnica l’eBook è comodo per certi versi ma l’utenza preferisce di gran lunga la solidità del libro. Ecco perché ho voluto un packaging feticista. Abbiamo cercato la carta più vellutata, scelto colori enfatici e coinvolto grafici (ultimamente lavoro con Goran che è una mente!!!) per far vivere un’esperienza tattile e visiva al nostro lettore. Alessia Vinci, grafica della DF, è stata fondamentale fin dalla nascita. La sua sensibilità la rende insostituibile sarta dell’atelier Web Book, ed è tutt’ora lei responsabile dell’intero progetto. Guai a chi glielo tocca: ringhia e morde! Tornando a noi, quando entri nell’ufficio di qualcuno e vedi quei dorsi colorati sulle mensole, ricevi subito un input positivo, pensi “il proprietario dell’ufficio è una persona che legge”. Gli eBook, direbbe McLuhan, sono un’estensione fredda del libro. Il libro è un’estensione calda della nostra esperienza.

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La collana Web Book vede come protagonisti personaggi di spicco del mondo del web. Chi sono gli influencer e quanto possono risultare determinanti in un progetto editoriale (che poi sarebbe come chiederti: sta funzionando? 🙂 )

In realtà non ho mai scelto un autore in base al suo tasso di influenza e ho chiuso da tempo Klout perché mi sembra uno strumento per perditempo e masturbatori mentali. Un’altra regola importantissima dell’editoria tecnica (ma forse vale anche per i romanzi ma anche per gli accessi a un sito internet e anche per qualunque ecosistema e metafora) è che i numeri grossi non contano nulla. Se di un libro, molto di nicchia, ho venduto 500 copie in quasi un anno su 1500 copie stampate, ho raggiunto il ROI, ovvero ho mangiato e ho dato da mangiare ai miei colleghi, ho dimostrato coraggio, ho aiutato un professionista a mettere in evidenza la sua bravura, ho ampliato l’offerta del catalogo e, la cosa più importante, ho aiutato 500 persone, spero tutte. Il successo va rivalutato in chiave di qualità e non di quantità. Un influencer può comportare grandi quantità, specie se il titolo è di largo consumo, ma non è questo il successo, bensì ciò che ti ho detto prima: ROI e soddisfazione generale. Molti pensano che io abbia scelto Riccardo Scandellari per la sua influenza ma non è così, ai tempi sapevo a malapena cosa vuol dire influencer e non conoscevo il potere comunicativo di Skande. Se c’è una cosa che osservo è il comportamento sociale: dai commenti di una persona sui post di altri utenti (o anche dai post che pubblica) sui Social capisco competenza, proprietà linguistica, simpatia intelligenza, obiettivi ma soprattutto educazione e umiltà. Detesto i sedicenti guru, quelli che se la tirano per proteggere la loro poltroncina d’oro conquistata agli albori del Web e oltre cui non si sono più evoluti: guru di WordPress che hanno blog personali terribili, guru di Personal Branding che hanno il PB di mia nonna, guru di SEO che non sanno scrivere in italiano. Se devo rispondere alla domanda, sì, sta funzionando perché i miei autori sono belle persone, capaci e sanno muoversi nel loro contesto. Che parola fantastica “contesto”, non credi? Fa pensare.

Ultima domanda, guardando verso il futuro: cosa dobbiamo aspettarci dalla collana Web Book di Dario Flaccovio Editore? E da Flaccovio Editore in generale?

Ho in mente un paio di cosette. Molti lettori sono diventati collezionisti e vorrei premiarli in qualche modo ma non posso dirti nulla adesso. Invece, non l’ho ancora annunciato ma lo faccio ora: nonostante la crisi, nonostante io e miei genitori riusciamo per miracolo a tenere il bilancio in equilibrio, stiamo per trasferirci in un ufficio più grande e più fico: aprirò uno show room (per la vendita diretta) con accanto un’aula per la formazione e assumerò una giovane e valente event manager per gestire il palinsesto dei corsi e il relativo blog (a cui sto già lavorando). L’obiettivo? Facendo corsi per ingegneri, architetti e geologi (target principe della DF) sostenterò (quindi spero a costo zero) eventi di Web Marketing gratuiti indirizzati a categorie specifiche: giornalisti, albergatori, commercialisti, avvocati, eccetera. Attuerò un’operazione di evangelizzazione digitale per creare evangelisti che convertano i loro clienti. Il Sud dorme ma potrebbe spaccare. Io ci provo, se non va, c’ho provato 🙂

Grazie mille per la generosità di ogni tua parola Enrico!

Cogliamo l’occasione per annunciare una grande novità: tutto il catalogo Web Book è già pronto nella nostra libreria, a disposizione di coloro che aderiranno ai nostri corsi di formazione (annunciati in occasione dell’inaugurazione della nostra sede il 27 settembre)

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